Tutte le favole che si rispettino iniziano con un "C'era una volta" e finiscono con un "E vissero felici e contenti".
Questa favola invece inizia con un piede e non ha un finale.
Generalmente per disegnare si usa un foglio. Nessuno invece ha usato un piede, lo stesso piede che ha usato da piccola per dare calci. Lo stesso piede che da grande ha usato per percorrere la strada della propria vita.
Questa è la storia di un piccolo ed insignificante insettino, di un fior di cactus e di una splendente luna piena. Il piccolo insettino stufo del mondo in cui viveva, comincio' a vagare per un boschetto come tanti. Svolazzava non tanto tranquillo per i vari sentieri fino a quando non si rese conto che si era perso.
La notte cominciava a giungere. Rassegnatosi al suo destino, comincio' a battere sempre più lentamente le proprie ali fino a farle fermare. Si appoggiò, in attesa della sua fine, sulla prima cosa che gli capitasse a tiro. Ormai il buio era sopraggiunto e non vedeva altro che oscurità. All'improvviso apparve nel cielo stellato una meravigliosa luna piena.
Il piccolo insettino comincio' a sentire sotto le sue zampette un formicolio.
Una voce burbera risuonò nel silenzio della notte:" Hey tu! Togli le tue zampacce dal mio bocciolo!"
Il povero moscerino non aveva ancora capito cosa stesse succedendo.
Abbasso' lo sguardo e si rese conto che si era appoggiato sul bocciolo di un fiore di cactus che si stava aprendo con il bagliore della luna piena.
Non era un fiore di cactus qualsiasi. Era un fiore raro, appartenente ad una razza in via di estinzione.
Il moscerino mortificato comincio' a battere le sue ali e comincio' a ronzargli intorno.
Non sapendo cosa fare comincio' a parlare. Quell' insettino così piccolo era davvero tanto chiacchierone. Il fior di cactus era da talmente tanto tempo da solo in quel boschetto che non era più abituato a tutto quel frastuono.
Avrebbe tanto voluto che quel rompiscatole andasse via e lo lasciasse tranquillo così come era stato fino a quel momento.
Il fiore di cactus allora disse burberamente:"Insetto fastidioso e insignificante va via! Torna da dove sei venuto! Sono stato tranquillo e in pace per tutto questo tempo in questo bel boschetto. Ci mancavi solo tu ora!"
L'insetto che stupido non era, si era ben accorto fin da subito che dietro quell'aspetto burbero si nascondeva un cuore d'oro.
" Io mi chiamo Nessuno" disse l'insetto. " Tu chi sei?"
Il fior di cactus rispose:" Sono Qualcuno, lo stesso qualcuno che vorrebbe godere di un po' di silenzio".
Nessuno, insetto curioso, che aveva paura del silenzio, comincio' a raccontare che mentre svolazzava nel bosco si era perso. Dopo un po' chiese:" E tu? Cosa ci fai qua'?"
Qualcuno rispose:"Mi nascondo dagli esseri fastidiosi e insignificanti come te! Voglio starmene tranquillo in silenzio per i fatti miei. Sono stanco di tanto rumore inutile!"
Il piccolo moscerino poteva dargli torto? Allora disse:"Hai ragione. Questo e' uno dei motivi per i quali mi sono inoltrato nel bosco. Volevo un po' di silenzio...A furia di non voler sentire nemmeno me stesso, mi sono perso. Se prometto di stare in silenzio, posso restare con te?"
Il fior di cactus che sapeva bene di cosa Nessuno parlasse, cerco' in ogni modo di allontanarlo da lui. Quel piccolo moscerino, pero', aveva la testa piu' dura di una pietra! Non gli dava tregua.
Stanco, Qualcuno disse:"Nessuno, ma hai visto quante spine ho? Chiunque si avvicini a me finisce per farsi male".
Qualcuno, che fin dal primo istante aveva voluto bene a quel brontolone rispose:"Io non sono chiunque. Sono Nessuno. Sono piccolo e in apparenza debole. Quanto fastidioso posso essere? Le tue spine non mi fanno paura". Si infilo' tra due di esse e disse:"Vedi?! Le stesse spine che dici che mi possono fare del male, mi proteggono dagli insetti e dagli animali piu' grandi".
Chissa' cosa avra' pensato in quel momento il raro fiore!
Dopo un po' disse:"Insettaccio, appena sorgera' il sole, tu dovrai andare via!"
Nessuno non voleva lasciarlo. Non voleva andare via senza di lui. Tutto sommato, Qualcuno non era cosi' felice come voleva far sembrare.
Probabilmente, a furia di nascondersi, si era perso anche lui.
Si appoggio' su una delle sue spine e comincio' a guardare in silenzio quella magnifica luna.
Qualcuno non si curava di lui. Non gli avrebbe mai permesso di stargli vicino. Era convinto piu' di ogni cosa che la cosa giusta da fare fosse allontanarlo.
Il moscerino, invece, per la prima volta nella vita non si era sentito piu' cosi' tanto solo.
Intanto il tempo passava e Nessuno cercava di capire come fare per uscire dal boschetto insieme a Qualcuno....